Rincari legati all’aumento dei costi delle materie prime e aggravati anche e soprattutto dal conflitto tra Russia e Ucraina. In uno scenario drammatico, oltretutto post pandemico, mancava solo l’acuirsi e l’inasprimento dei prezzi a complicare un momento storico particolarmente difficile. Ne abbiamo parlato con Luca Bolis, direttore commerciale di Green Energy, che ci ha aiutato a fare il punto della situazione in materia di aumenti dei prezzi e corsa al reperimento delle materie prime.
“La guerra in Ucraina al momento continua ad alimentare le tensioni per il reperimento delle materie prime scarseggianti – ha spiegato Bolis-, che innescano oltre modo un mercato speculativo. L’ Italia fortunatamente per quanto riguarda il gas, grazie agli stoccaggi ed agli imminenti accordi con gli stati africani, non dovrebbe farsi trovare impreparata per il prossimo inverno. Per il petrolio la poca dipendenza dalla Russia non dovrebbe preoccupare oltremodo il reperimento dei combustibili da altri Paesi. Tutto questo però presterà il fianco a notevoli speculazioni fuori controllo”.
Draghi, in un recente intervento, ha sostenuto che, nonostante il 40% dell’approvvigionamento del nostro fabbisogno di metano arrivi dalla Russia, non dobbiamo preoccuparci perché siamo sufficientemente coperti con le riserve che abbiamo.
“Le fonti fossili sembrano giocare un ruolo relativamente secondario con l’affrancamento dal carbone, un forte ridimensionamento del ruolo del petrolio ed anche una riduzione del peso percentuale del gas naturale. Per quanto riguarda questa ultima fonte il Piano ne fa riferimento in particolare alla dimensione della sicurezza sia per quanto riguarda la diversificazione delle importazioni (non solo quelle tramite gasdotto, ma anche quelle via metaniere) sia rispetto ai picchi di domanda ovvero al sistema di stoccaggio. Nel complesso, l’attuale capacità delle esistenti infrastrutture di stoccaggio è ritenuta idonea a garantire la sicurezza del sistema ma in prospettiva il ruolo degli stoccaggi è destinato ad aumentare e questo richiederà investimenti. Infatti, considerando il previsto incremento delle rinnovabili non programmabili, crescerà la necessità di disporre di un sistema di stoccaggio di gas per far fronte ai momenti di indisponibilità delle suddette fonti – sia dell’energia eolica che fotovoltaica (ore notturne, condizioni di scarsa insolazione). Inoltre – come dimostrato da recentissimi avvenimenti – bisognerà essere in grado di far fronte agli improvvisi cali di importazione di energia elettrica, facendo un maggior ricorso alla fonte gas”.